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Rispetto anarchico - Massimo Toffolo -Dal catalogo Malamegi Art Prize 2020

Rispetto anarchico - Massimo Toffolo -Dal catalogo Malamegi Art Prize 2020

l lavoro di Vincenzo mi appare immediatamente. Coinvolge e gratifica il mio senso estetico. Lo percepisco puro e di­retto. Mi trovo stranamente attratto da un’apparente tran­quillità e da un senso di equilibrio che mi viene incontro senza disturbarmi. Eppure mi trovo di fronte a pezzi for­ti, colori pieni e aggressivi, ma continuo ad avvertire una sorta di composta ed educata rivelazione. La sensazione è durevole e coinvolgente e rivela le sua causa piuttosto velocemente: il rispetto del colore è as­soluto. Nelle opere della serie “3D”, Vincenzo tratta il colore con una devozione quasi spirituale. Ci presenta “IL” colore e vuole renderci partecipi facendolo avanzare verso di noi. Le composizioni escono dalla parete per venirci addosso. Le tre dimensioni sono trattate con colori diversi ed ogni dimensione rispetta in purezza una sola tonalità di colo­re. Le opere sono un’esplosione di colori che comunicano tra di loro senza sovrapporsi. Parlano, anzi gridano ma non creano confusione. Possiamo immaginare che l’ispirazione delle composizioni nasca dal costruttivismo russo e dal ne­oplasticismo dei primi del ‘900, ma si nota come la volontà dell’artista sia di andare oltre, di aggiungere la tridi­mensionalità e andare incontro allo spettatore. Un chiaro riferimento alla voglia di Vincenzo di non se­guire le regole, si può ammirare nelle serie “Pittura per sottrazione” e “Tagli pittorici”. Qui l’artista aggiunge l’azione. Potremmo parlare di “action art” dove l’inter­vento dell’artista sull’opera è molto fisica, ma ancora una volta il colore viene rispettato appieno. Non troviamo mai miscelazione di colori. Le singole tonalità appaiono e in­teragiscono con le altre, in perfetta armonia ma mantenendo la loro individualità. Disciplina e rigore estetico si aggiungono quindi alla tri­dimensionalità, con linee di fuga che ci vengono incontro e ci permettono di addentrarci tra forma e materia. Estetiche “pop” pluridimensionali in cui l’artista applica la sua manualità al dialogo ordinato del colore. E’ riverente e rispettoso Vincenzo, sia nei confronti del colore che della forma. Ma come tutti gli artisti di talen­to, lo fa inventando una sua maniera. Non segue regole o manuali ma inventa nuove forme creative e nuovi interventi. Riscrive il metodo per ottenere le sue opere e lo fa senza freni o timori. Un’anarchico della creazione, con un ri­spetto profondo per il colore. Vuoto e pieno, materia e dimensione, estetica pulita e cre­atività, sembra che l’artista sia arrivato al suo obietti­vo. In realtà è così e la maturità delle opere della serie “Tagli pittorici” lo dimostra. L’artista però, aggiunge un ulteriore elemento alla sua pro­duzione. Nella sua ultima serie del 2020, “Pittura ovale”, viene inserita, con stile ed eleganza, la dimensione tra­scendentale. Una direzione tutt’altro che ovvia. Le altre serie erano già impregnate di una sorta di pace interiore, ma con questa serie si palesa pienamente. Un giardino zen fatto di equilibrio ed armonia cromatica, ancora una volta a rendere omaggio e rispetto al colore. Una produzione, quella di Vincenzo Frattini, che merita di essere osservata, percepita ed infine colta nella pienezza della sua dimensione estetica e spirituale.

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