Frattini
OPERE IN RITMO - Maria Letizia Paiato
La Galleria Giovanni Bonelli è lieta di presentare, negli spazi della sede di Pietrasanta, la personale dell’artista Vincenzo Frattini (Salerno 1978). In mostra sono presenti tre gruppi di lavori distinti, ciascuno dei quali evidenzia una peculiarità della sua ricerca pittorica, nel complesso e costantemente indirizzata allo studio dell’aspetto formale e progettuale dell’opera. Una ricerca che muove i propri passi dalla conoscenza e consapevolezza delle esperienze dell’astrattismo geometrico di primo Novecento sino agli sviluppi della Pittura Analitica cui Frattini guarda rinviando, tuttavia, sul dispositivo pittorico una sensibilità prettamente emotiva e rispondente all’attualità. Le prime due serie di opere – sempre rigorosamente Senza Titolo – si compattano in un nucleo, cominciato nel 2012 e tuttora in corso, denominato Pittura per Sottrazione. Qui l’artista interviene scavando sulla materia, su una massa uniforme formata dalla stratificazione di diverse campiture, con l’ausilio del trapano o della sega circolare, al fine di liberare letteralmente strati di colore celati in origine, fintanto da permettere alla luce di penetrare nuove porzioni di spazio generatesi sulla superfice dalla sua azione. Ne consegue una pittura/non-pittura che è, al tempo stesso, anche scultura, soprattutto quando essa sconfina dal piano prettamente bidimensionale all’ambiente espandendosi nella forma del cubo, del parallelepipedo, del cilindro o qualsiasi altra, non esclusivamente geometrica. Ne consegue una pittura concentrata sulle proprie definizioni interne da un lato, dall’altro sulla sua stessa tenuta, la quale si misura nella ricercata armonia che si combina fra forma e colore. È un legame, quello fra forma e colore, entro il quale la materia, la superfice, la linea, la figura, il volume, lo spazio, la luce e la proporzione si mettono in ritmo formando una vera e propria struttura linguistica, una successione di eventi visivi e percettivi che contemplano simultaneamente pause e sospensioni. Proprio per questo motivo, la mostra s’intitola Opere In Ritmo, locuzione che pone l’accento su una scansione interna di accadimenti propri degli elementi costitutivi alla pittura, metafora di una regolarità nascosta e rivelata in superficie attraverso l’agire di Frattini e che, per paradosso, si pone quale contraltare al caos della vita contemporanea. Queste opere possiedono un proprio ritmo e lo manifestano e, al contempo, suggeriscono l’essere in ritmo fra loro, ma anche e soprattutto con il luogo che le accoglie. L’arbitrarietà che lega uno spazio a un oggetto diventa norma nell’opera di Frattini nella misura in cui la forma geometrica stimola una ricompattazione a livello visivo dell’intero ambiente in cui si trova inserita. È questo il caso del terzo e ultimo gruppo di opere in mostra, datate 2013 e 2017 ma parte anch’esse di una serie non conclusa, intitolate Pittura 3D). Si tratta di due angoli, due trapezi per l’esattezza e un’opera di forma poliedrica (Senza Titolo 3D 24-17), i cui volumi preponderatamente aggettanti forzano tanto l’ambiente, sino al punto di modificarne la percezione, quanto il punto di vista dell’osservatore stesso, quasi obbligato a una pausa riflessiva. Anche le tre Pittura 3D) sono “in ritmo”: per il proprio equilibrio interno, nel dialogo con le altre opere e con lo spazio in cui si collocano. Infine e ancora una volta, l’attitudine di Frattini a un disciplinato geometrismo, al rigore della forma, alla combinazione di colori complementari e fondamentali stesi a campiture piatte, fa da contrappeso a ciò che accade fuori, intorno a noi ma anche dentro di noi, offrendosi come panacea per un anelato riordino e riequilibrio interiore.